sabato 9 luglio 2011

UN CUCCH.NO?


Baci di dama

Ieri, in fase babysitting, riguardavo La bella addormentata nel bosco… devo dire che è sempre un grande film, come del resto “Robin Hood” (la mia fonte preferita di insulti), “Peter Pan” e “Gli aristogatti”, tra le innumerevoli virtù, ricca miniera di deliziosi termini desueti. Grande Walt.
Ma torniamo ad Aurora, Flora, Fauna e Serenella (e principe Filippo, of course): ad un certo punto, le fatine decidono di preparare una torta ed un abito ad Aurora senza ricorrere alla magia. E qui la cosa si fa esilarante. Soprattutto dal punto di vista culinario: oltre al mitico CUCCH.NO, appaiono scene pazzesche quali la pesatura degli ingredienti, l’aggiunta delle uova e, dulcis in fundo, il puntello reggi-torta fatto con la scopa. 



Ogni volta che rivedo questo spezzone, mi vengono in mente tutti gli esperimenti di pasticceria falliti della mia vita: i bignè (ora mi vengono a meraviglia), le mie prime meringhe, la pasta sfoglia (stendiamo una trapunta pietosa), i baci di dama, … Ma se per la faccenda pasta sfoglia ho (momentaneamente) gettato la spugna, sulla questione baci di dama non ho voluto sentir ragioni. E ho ritentato fino all’esasperazione, perché, del resto, chi la dura la vince.
La ricetta è facilissima, ma i risultati erano sempre catastrofici. Perché ogni volta in fase di cottura i baci si sedevano e formavano un monoblocco di mandorle, burro, zucchero e farina? Disperazione, sgomento e sconforto: "Dove ho sbagliato?", "Sembra così semplice… sono forse impedita?" 
Pensa, sperimenta, ritenta, alla fine la testardaggine ha prevalso e il problema è stato risolto. Baci di dama PERFETTI. Oh!


200 g di  mandorle spellate
200 gr di farina 00
200 g di burro ammorbidito, tagliato a dadini
200 g  zucchero 
1 tuorlo
125 g di cioccolato fondente

Tritare finemente nel mixer le mandorle insieme a 2 cucchiai di zucchero tolti dalla quantità totale.
Impastare il burro con lo zucchero rimanente, aggiungere la farina, le mandorle tritate, il tuorlo e lavorare il tutto velocemente, per non
bruciare il burro.
A questo punto, in tutte le ricette di baci di dama in cui mi sono imbattuta, si dice di formare delle palline con la pasta ottenuta e cuocerle sulla leccarda: così facendo, limplosione dei baci e la successiva formazione di un unico monoblocco di pasta sono assicurati. Ma ecco che arriva il primo barbatrucco (sì, sono reduce da un po di babysitting!): bisogna formare una palla, avvolgerla nella pellicola da cucina e lasciarla riposare in frigo per qualche ora.
A questo punto, prelevare l'impasto dal frigo e formare delle palline del diametro di circa 1 cm.
E siamo al secondo barbatrucco: una volta formate le palline, inserirle in un grande contenitore ermetico e riporre questultimo in frigo per almeno 30 minuti. Il burro contenuto nellimpasto, infatti, deve riposare perchè lavorando limpasto per formare le palline, il calore delle mani riscalda il burro, bruciandolo, e facendo in modo che in fase di cottura avvengano i disastri sopra descritti.
Trascorsa la mezzora, accendere il forno a 150° ed estrarre le palline dal frigo. Disporle, schiacciandole leggermente, ben distanziate tra loro sulla leccarda rivestita di cartaforno.
Terzo barbatrucco: altro che cuocere a 200° per 10 minuti, come si legge praticamente in tutte le ricette! Se vogliamo portare a termine vittoriosamente limpresa, bisogna cuocere i baci di dama a 150° per circa 20 o 30 minuti, dipende dal forno... e meglio comunque controllare ogni dieci minuti, che non si sa mai. Quando vedrete formarsi delle piccole crepe in superficie, i baci sono pronti.
Ultimissimo barbatrucco: se cerchiamo di togliere i baci dalla leccarda appena sfornati, questi si romperanno, garantito, e tale tragedia ci getterà nella disperazione. Quindi meglio lasciare che si raffreddino completamente prima di fare qualsiasi cosa.
Una volta raffreddati e staccati (delicatamente) dalla leccarda, sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente e usarlo a mo
di colla per unire i baci a due a due. E a questo punto, non resta che festeggiare.

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