venerdì 29 aprile 2011

Vellutata di patate allo zafferano


Piatto invernale? Un po' forse, ma non importa, perché vellutate, flan, dolci al cucchiaio e piccola pasticceria (possibilmente complicata) sono le mie ossessioni. 
Soprattutto le vellutate, tanto che non escludo l'idea di postarne qualcuna anche ad agosto...

per 4:
1 kg di patate
una grossa cipolla
una bustina di zafferano in polvere
1,5 dl di brodo vegetale
olio extravergine

Lavare bene le patate, sbucciarle e ridurle a dadini. 
Far appassire per 2 minuti in una casseruola la cipolla tritata con 2 cucchiai d’olio. 
Unire le patate e farle insaporire; irrorare quindi con il brodo bollente, coprire, ridurre la fiamma e cuocere per mezz’ora.
Frullare la vellutata, aggiungere lo zafferano, mescolare bene e servire.


giovedì 28 aprile 2011

MANCA SOLO IL TOPO

Ratatouille



Ok, il titolo non promette niente di buono... però la ratatouille è proprio eccezionale! Come molte altre ricette semplici semplici, preparate con ingredienti se vogliamo "dozzinali", si rivela una piccola meraviglia. 
Incerta se taggarla come un altro boccone di Paradiso o l'ennesima "piccola perfezione", variamo un po'... 
(comunque non sarebbe male un Remy in cucina, ogni tanto!)

per 4, come contorno:
300 g di pomodori San Marzano o datterini
80 g di falde di peperone rosso
80 g di falde di peperone giallo
100 g di zucchine
100 g di melanzane
100 g di cipolla
uno spicchio d’aglio
qualche foglia di basilico
sale
pepe macinato al momento (abbondante)

Tagliare le melanzane a dadini, ridurre a pezzetti le falde di peperone, tagliare a rondelle sottili le zucchine e la cipolla (meglio se ricorrendo ad una mandola).
In una larga padella riscaldare 3 cucchiai di olio d’oliva con lo spicchio d’aglio, unire le verdure e far cuocere una ventina di minuti a fiamma dolce, coprendo con un coperchio. Se serve, aggiungere dell'acqua.
A fine cottura, salare, pepare, spezzettare le foglie di basilico sulla ratatouille e servire.

Ottima come contorno, va benissimo anche per condire la pasta o per fare una frittata.

lunedì 25 aprile 2011

LIVE FROM THE KITCHEN...

Pastiera (la mia)


per la pasta
300 g di farina 00
125 g di zucchero
125 g di burro
½ bustina di lievito per dolci
la buccia grattugiata di un limone biologico

per il ripieno
250 g di grano lessato per pastiera
20 g di burro
250 g di ricotta
100 g di zucchero
2 uova
250 ml di latte
20 ml di acqua di fiori d’arancio
2 cucchiaini di cannella
la buccia grattugiata di un limone biologico


Preparare la pasta: in una terrina, lavorare velocemente il burro, tagliato a pezzetti e ammorbidito, con lo zucchero. Unire l’uovo e amalgamare bene. Aggiungere quindi la farina setacciata con il lievito, lavorando quel tanto che basta a rendere il composto omogeneo. Formare una palla, avvolgerla nella pellicola e farla riposare in frigo per un’ora.

Intanto, versare il grano in una casseruola insieme al latte e al burro. Cuocere a fiamma dolce fino ad ottenere un composto molto cremoso (ci vorrà circa mezz’ora). 
Nel frattempo, montare gli albumi a neve fermissima.
In una terrina lavorare a crema la ricotta con lo zucchero, i tuorli, la cannella, l’acqua di fiori d’arancio e la buccia di limone. Aggiungere il composto di grano e latte e, mescolando molto delicatamente dall'alto verso il basso, gli albumi montati a neve.
Scaldare il forno a 180°.

Stendere la pasta frolla ad uno spessore di 1/2 cm e foderare uno stampo rotondo, lasciando circa un terzo di pasta per fare la griglia con cui coprire poi il dolce.
Versare il composto, livellarlo bene, e coprire con le strisce di pasta come fosse una normale crostata.
Cuocere per un’ora a 180°.

Far raffreddare la pastiera, sformarla e, solo al momento di servire, spolverizzare con zucchero a velo.

giovedì 21 aprile 2011

UNA PICCOLA PERFEZIONE 2

Mousse di cioccolato piccante e nocciole
(un altro gioiellino firmato Davide)


per 4:
200 g di cioccolato fondente
120 g di zucchero
20 g di nocciole tostate
4 albumi
un peperoncino fresco
un pizzico di sale

Sciogliere a bagnomaria il cioccolato con il peperoncino tritato finemente (da cui saranno stati eliminati i semi e la pellicola biancastra interna) e lasciare intiepidire.
Sciogliere 100 g di zucchero con 20 g di acqua e portare a ebollizione. 
Montare a neve fermissima gli albumi con il sale e lo zucchero rimasto, poi aggiungere pian piano lo zucchero precedentemente cotto con l’acqua. 
Unire il cioccolato fuso mescolando delicatamente e suddividere in 4 coppette.
Completare con le nocciole tritate grossolanamente.

mercoledì 20 aprile 2011

Polpettine di branzino e verdure


per 4:
300 g di polpa di branzino
160 g di pomodori ciliegino
100 g di peperone verde
20 g di cipolla
20 g di olio d’oliva
1 albume
basilico
sale e pepe

Tagliare a quadretti il peperone, affettare la cipolla e stufarli insieme con una qualche foglia di basilico nell’olio per 10 minuti. Poi salare.
Frullare il branzino con l’albume, 10 foglie di basilico, sale e pepe. 
Formare delle polpetine e metterle nella padella con i peperoni. 
Cuocere per 5 minuti, girando le polpettine a metà cottura, unire i pomodorini tagliati a metà e proseguire la cottura per un paio di minuti.

martedì 19 aprile 2011

LE MANI IN PASTA

Panini alle noci



per 8 panini:
1 kg di farina tipo 0
10 g di malto (o 10 g di zucchero)
5 dl di latte
50 g di lievito di birra fresco
150 g di gherigli di noci
olio d’oliva
25 g di sale fino

Tritare grossolanamente le noci. Sciogliere il lievito e il malto nel latte tiepido. 
Setacciare la farina, versarla a fontana sul piano di lavoro e versare nella cavità centrale il sale e il latte; iniziare ad impastare e, una volta ottenuto un composto abbastanza omogeneo, aggiungere 3 cucchiai di olio. Lavorare ancora l’impasto, appiattirlo e aggiungere le noci. Continuare a impastare in modo che le noci si distribuiscano uniformemente e formare poi una palla. Ungerla d’olio, metterla in una terrina e coprirla con uno strofinaccio pulito. Lasciare riposare nel forno spento (ma con la luce accesa) per mezz’ora.
Trascorso questo tempo, dividere la pasta in 8 parti, formare i panini, ungerli d’olio e disporli sulla leccarda foderata con carta forno; coprire con lo strofinaccio, rimettere nel forno spento (e luce accesa) per un’altra mezz’ora.
Togliere la leccarda dal forno, accendere a 200° e, quando il forno sarà in temperatura, inserire la leccarda con i panini. Cuocere per 30 minuti circa (poi dipende da forno a forno…) 

lunedì 18 aprile 2011

ANDAR PER ERBE 2

Risotto alle ortiche

per 4 persone:
320 g di riso (Vialone nano o Arborio)
100 g di cimette di ortiche
2 scalogni
4 cucciai di olio extravergine di oliva
700 ml di brodo vegetale
una noce di burro
parmigiano grattugiato
Lavare accuratamente le ortiche e sbollentarle per 2 minuti in acqua bollente salata, scolarle e tenerle da parte. 
Tritare finemente gli scalogni e farli appassire in una pentola col fondo spesso insieme all’olio, quindi aggiungere le ortiche e il riso e far tostare per qualche minuto.
Procedere poi come con un normale risotto, aggiungendo il brodo, un mestolo alla volta, fino a completa cottura del riso. 
Spegnere il fuoco e mantecare con il burro e il parmigiano grattugiato.  


Alcuni suggerimenti: andare ad ortiche muniti di super sacchetto e guanti (senza guanti non è molto simpatico). Un sacchetto grande, di quelli da supermercato, contiene circa 100 g di foglie di ortica. 
Le ortiche crescono di solito in grandi famiglie, vicino agli alberi o alle siepi, e nei giardini abbandonati; prediligono però anche le rive dei fossi. 
Ovviamente ho portato anche Tommy a caccia di ortiche, sentendomi un po' (tanto) in colpa perché avevo paura che si pungesse con le foglie, ma a quanto pare i cani sono immuni dal liquido urticante, o perlomeno lo sopportano molto bene, fatto sta che non ho sentito o visto lamenti, anzi!
Meglio raccogliere solo le punte delle piante di ortica, o comunque le foglie più piccole e tenere. Curandole, ho eliminato tutti gli steli e i fiori; le ho lavate molte volte, sempre con i guanti addosso; una volta lavate, comunque, perdono le loro "doti" urticanti.

venerdì 15 aprile 2011

Torta salata di cipollotti




La pasta, semplicissima e veloce da fare, va benissimo per qualsiasi tipo di torta salata e sostituisce egregiamente le varie paste brisee/sfoglia prefabbricate (deformazione professionale) che si trovano in commercio.

L’unità di misura per dosare gli ingredienti è il bicchiere della Nutella.

per la pasta
300 g di farina 00
1 uovo
1/3 di bicchiere di vino bianco
1/3 di bicchiere di olio d’oliva
sale q.b.
1 cucchiaino di zucchero

per il ripieno
7 cipollotti tagliati a fettine sottili (vanno benissimo anche cipolle o porri)
2 uova
10 olive verdi tagliate a rondelle
3 cucchiaini di capperi
5 o 6 acciughe a pezzetti

Affettare i cipollotti con la mandola e cuocerli in una padella con poco olio e sale, coprendo con un coperchio e tenendo la fiamma molto dolce. I cipollotti devono disfarsi, quindi se serve, aggiungere dell’acqua.
A fine cottura, spegnere il fuoco e unire ai cipollotti le 2 uova, mescolando bene. 
Aggiungere poi le olive, le acciughe e i capperi.

Mentre i cipollotti cuociono, preparare la pasta: in una terrina versare tutti gli ingredienti in una sola volta e mescolare con una forchetta. Quando si saranno formate delle grosse briciole, impastare a mano. La pasta dovrà diventare elastica e di un bel giallo uniforme. 
Prendere 2/3 della pasta, tirarla con il matterello fino ad uno spessore di mezzo cm e foderare una tortiera rotonda. Versarvi quindi il ripieno, pareggiandolo con una forchetta.
Con la pasta rimasta e lo stesso procedimento adottato per la base, preparare il coperchio.
Chiudere la torta, sigillando bene i bordi aiutandosi con i rebbi di una forchetta. 
Bucherellare il coperchio e cuocere in forno preriscaldato a 180° per 45 minuti.



giovedì 14 aprile 2011

Polpette di vitello ai pistacchi



per 4:
500 g di polpa di vitello macinata
40 g di burro
60 g di pecorino grattugiato
1 uovo
1 fetta di pancarrè tagliata a dadini
latte
vino bianco
salvia
sale e pepe


Tritare i pistacchi e mescolarli con il formaggio, la carne, il sale e il pepe, l’uovo e il pane bagnato con un po’ di latte. 
Mescolare bene e formare polpette da 40 g l’una.
Scaldare in una padella il burro con alcune foglie di salvia e quando sarà spumeggiante rosolarci le polpette, a fuoco vivo, fin quando saranno ben colorite. 
Spruzzare con il vino, lasciar sfumare, coprire, abbassare il fuoco e continuare la cottura per 5 minuti. 

martedì 12 aprile 2011

UN BOCCONE DI PARADISO 2

Bavarese al cioccolato




Ingredienti per 4 persone:

150 g  di zucchero
100 g cioccolato fondente
4 fogli di colla di pesce (gelatina)
2 tuorli
350 ml di panna liquida
200 ml di latte
una bustina di vanillina

Portare a ebollizione il latte in un bricco, versavi la vanillina, coprire e lasciar riposare per un quarto d’ora. Nel frattempo sciogliere il cioccolato spezzettato a bagnomaria e aggiungerlo poi al latte.Mettere i fogli di colla di pesce in ammollo in una terrina di acqua fredda.
In una casseruola, lavorare i tuorli con lo zucchero fino a renderli ben spumosi; unire piano piano il latte, mescolando bene, e portare su fuoco moderato. Aggiungere un po’ alla vota la colla di pesce ben strizzata, mescolando con cura (non devono formarsi grumi). Continuare a mescolare finchè la crema velerà il cucchiaio, senza però far prendere l’ebollizione.
Versare il composto in una terrina, filtrandolo con un colino fine (potrebbero essersi comunque formati dei piccoli grumi di colla di pesce, quindi meglio non rischiare) e lasciar raffreddare completamente.
Intanto, montare la panna finchè non sarà ben soda (attenzione a non montarla troppo, perché da panna montata a burro, il passo è breve!) e incorporarla molto delicatamente, a cucchiate, al composto.
Inumidire uno stampo da plum cake o da kugelhopf con un liquore a piacere, oppure utilizzare uno stampo in silicone, versarvi il composto e mettere la bavarese a riposare in frigo per almeno tre ore.
Sformare e guarnire con cioccolato fondente grattugiato finissimo o con codette di cioccolato.

Trucchetto: se si utilizza uno stampo “classico”, armarsi di molta pazienza perché sformare la bavarese sarà un lavoro alquanto lungo e complicato. Un accorgimento abbastanza efficace è riempire una vasca del lavello di acqua bollente (2 cm al massimo) e immergere per qualche minuto lo stampo, poi passare con una spatolina lungo il perimetro dello stampo e infine girarlo su un piatto. Rimane il fatto che usare uno stampo in silicone rende senza dubbio tutto molto più semplice...

lunedì 11 aprile 2011

ANDAR PER ERBE

Sciopeti


Tempo di belle giornate, caldo, chiaro fino a tardi e - fatto molto strano - domeniche libere dalla tesi e dallo studio in generale, cosa che, pensandoci, non succedeva dai tempi dell’asilo. Quindi, ci si arma di sacchetto capiente (o anche di più di un sacchetto, perché è sempre meglio abbondare) e cane scalmanato e si parte. In realtà il cane non è strettamente necessario allo scopo della passeggiata, ma così facendo si unisce l’utile al dilettevole e si accontenta tutti quanti. 
Pronti? E allora via, per campi, alla ricerca degli “sciopeti” (in italiano “carletti”, “silene inflata” se vogliamo essere più botanici), erbe spontanee che crescono in questo periodo. 

Trovo che andar per erbe sia molto rilassante: andare a zonzo senza una meta precisa, occhi puntati a terra a caccia di colonie di erbe, al caldo tepore del sole primaverile… un’esperienza terapeutica, che libera la mente, un po’ come correre se vogliamo. Certo, senza Tommy che tira il guinzaglio, si siede sopra una famigliola di sciopeti o approfitta del fatto che sono china per darmi una leccata da una parte all’altra della faccia, sarebbe tutto più semplice, ma non sarebbe sicuramente altrettanto divertente.

Il bello degli siopeti è (oltre alla ricerca vera è propria e agli influssi positivi sulla psiche di cui accennavo qualche riga fa), il fatto che sono facilmente preparabili, ampiamente utilizzabili e comodamente conservabili: basta curarli, eliminando la parte più dura del gambo, lavarli bene e farli appassire in una pentola col fondo spesso, insieme a un po’ d’olio, acqua q.b. e scalogno tritato finemente. Completate queste operazioni, si può utilizzare  la “base” ottenuta per risotti, pasticci e frittate, oppure suddividere in contenitori di varie dimensioni e congelare, subito pronti all’uso quando serve.

Risotto
per 4:
200 g di carletti
1 scalogno
320 g riso vialone nano
700 ml di brodo vegetale
olio d’oliva

Lavare i carletti e farli appassire qualche minuto con un po’ d’olio e lo scalogno tritato. Aggiungere il riso e far tostare fino a quando il riso sfrigola. Poi iniziare a versare il brodo e procedere come per un normale risotto. 
A fine cottura, mantecare con una noce di burro e parmigiano grattugiato.


Frittata
per 4:
100 g di carletti
6 uova
1 scalogno
olio d’oliva
sale e pepe

Lavare i carletti e farli appassire qualche minuto con un po’ d’olio e lo scalogno tritato in una padella. Intanto, in una ciotola battere le uova, salare e pepare. 
Versare le uova nella padella e cuocere la frittata, girandola a metà cottura.


Pasticcio
per 4:
1 confezione di lasagne pronte (per la serie “non facciamo nomi”, le “Sfogliavelo” Rana sono perfette)
300 g di carletti
1 scalogno
olio d’oliva
50 g di burro
60 g di farina
1 litro di latte
noce moscata
sale

Lavare i carletti e farli appassire qualche minuto con un po’ d’olio e lo scalogno tritato in una padella. Spegnere il fuoco e tenere da parte.
Preparare la besciamella: sciogliere il burro in una casseruola, togliere dal fuoco, aggiungere la farina in un colpo solo e mescolare bene con la frusta. Rimettere sul fuoco e versare il latte, a filo, continuando sempre a mescolare. Portare a ebollizione, sempre mescolando, cuocere per 10 minuti e poi spegnere il fuoco. Aggiungere il sale e una grattata abbondante di noce moscata.
Versare nella besciamella i carletti e mescolare delicatamente.
Imburrare leggermente una pirofila, adagiare uno strato di sfoglia, poi uno di besciamella, un altro di sfoglia e via così fino a terminare gli ingredienti, lasciando come strato finale del pasticcio uno strato di besciamella. 
Cuocere in forno caldo a 180° per 45 minuti. 
Spolverizzare con abbondante parmigiano grattugiato e servire.

sabato 9 aprile 2011

UNA PICCOLA PERFEZIONE

Muffins alla carota e cannella


La ricetta originale è di Davide Oldani, in assoluto il mio chef preferito: geniale allievo di Gualtiero Marchesi, una stella Michelin, inventore della cucina Pop e del mitico ristorante D’O, nonché notevole designer.
L’unica variazione da me apportata alla sua ricetta è stata l’aumento della quantità di cannella, che con caffè, cioccolato e pepe è tra le mie dipendenze…

per 4 muffins:
120 g di carote pulite e grattugiate molto finemente
160 g di zucchero
100 g di farina
15 g di olio d’oliva
6 g di lievito per dolci
2 uova
cannella in polvere
noce moscata
sale

In una terrina mescolare la farina setacciata con il lievito, un pizzico di sale, tre cucchiaini di cannella (Davide dice mezzo, ma con la cannella ci vado giù pesante…e con ottimi risultati!) e una grattatina di noce moscata.
In una casseruola col fondo spesso, su fiamma dolce, montare le uova con lo zucchero; quando saranno ben spumose aggiungere il composto di farina e lievito, mescolando delicatamente. Unire poi l’olio e le carote e mescolare bene.
Versare il composto in 4 stampini da muffin e cuocere, in forno già caldo, a 180° per 20 minuti.

Trucchetto: raddoppiando (o anche direttamente triplicando) le dosi e versando il composto in uno stampo rotondo o a ciambella, si ottiene un’ottima torta... del resto, più ce n’è, meglio è!

venerdì 8 aprile 2011

Risotto al rosmarino e limone





per 4 persone:
800 ml di brodo vegetale
300 g di riso vialone nano
40 g di burro
uno scalogno piccolo
un rametto di rosmarino
la buccia di un limone grattugiata fine
olio, sale

Tritare le foglie di un rametto di rosmarino molto finemente e tenere da parte. 
Tritare lo scalogno e versarlo in una pentola con fondo grosso, soffriggerlo per 2’ in due cucchiai d’olio. Tostarvi il riso per qualche minuto e poi bagnare con un po’ di brodo. 
Aggiungere il rosmarino e il limone e cuocere il riso per 13-14 minuti, unendo il brodo poco per volta.
Mantecare infine con il burro e servire.

giovedì 7 aprile 2011

A LITTLE SWEETNESS DOWN IN MY SOUL




Sbreghe

Una ricetta facilissima e veloce per ottenere degli ottimi biscotti a pasta dura, cugini dei più celebri cantucci toscani. Sembra infatti che le sbreghe siano state inventate da alcuni monaci benedettini provenienti dal centro Italia che, nell’alto medioevo, fondarono l'Abbazia di Sesto al Reghena, in Friuli.

3 uova
250 g di zucchero
250 g di farina 00
250 g di mandorle
una bustina di vanillina

Metodo serio: versare in una terrina le uova e lo zucchero e mescolare il tutto con una forchetta. Aggiungere la farina, la vanillina, mescolare bene e unire le mandorle intere.
Versare l’impasto, che risulterà abbastanza liquido, in due stampi da plum cake.
Cuocere a 170° per mezz’ora.
Lasciar raffreddare, sformare e tagliare i due filoni ottenuti a fettine grosse mezzo cm, usando un coltello seghettato da pane.
Adagiare le sbreghe sulla placca del forno e passare sotto il grill per 1 minuto (non di più se no si bruciano). Per fare quest’ultima operazione, saranno necessarie alcune infornate.

Metodo cialtrone (poco ortodosso, ma dà ottimi risultati): versare tutti gli ingredienti nel bicchiere del robot da cucina con l’accessorio per impastare, o nel cestello della macchina del pane.
Avviare la macchina e impastare per due o tre minuti. Poi procedere come nel metodo serio.

mercoledì 6 aprile 2011

UN BOCCONE DI PARADISO

Il flan di zucca dell’Osteria "La Zucca"



A Venezia, tra San Stae e Campo San Giacomo dell’Orio, c’è una delle osterie più belle dell’intera città. Non solo è bella, ma è anche buona. Un pasto alla Zucca è un’esperienza sublime: l’atmosfera, i menu stagionali proposti, gli accostamenti tra gli ingredienti, tutto concorre a regalare al commensale un assaggio di paradiso. Ma se si ritiene insufficiente la durata dell’estasi da assaggio e si vuol invece rimanere in uno stato di beatitudine prolungato nel tempo, l’unica via è provare il mitico flan di zucca. Poi diventerà un must, un sogno ricorrente, una droga.
Una volta scovata la ricetta, la necessità primaria (per me) diventa quella di procurarsi una zucca adatta e provare immediatamente a riprodurre il flan. La stagione delle zucche è ormai agli sgoccioli, ma la speranza è l’ultima a morire, quindi…

per il flan
una zucca a pasta dura da 1 kg
una noce di burro
sale, peperoncino, cannella, noce moscata
250 g di mascarpone
80 g di fecola
4 uova

per guarnire
burro
ricotta stagionata
semi di zucca

Pulire la zucca e tagliare la polpa a dadini, versarli in una casseruola, e cuocerli con una noce di burro, un pizzico di sale e una spolverata di peperoncino. La polpa di zucca deve diventare come un puré; se si dovesse asciugare troppo presto, aggiungere un goccio di latte. 
Aggiungere poi un pizzico di cannella e una grattatina di noce moscata.

Versare il composto in una terrina, far raffreddare e aggiungere un po’ alla volta il mascarpone, mescolando bene, quindi unire la fecola e le uova, una alla volta, mescolando delicatamente.

Imburrare uno stampo da plum cake e versarci l'impasto. Mettere lo stampo in un recipiente profondo che possa essere utilizzato in forno, riempito per metà d’acqua. 
Cuocere quindi a bagnomaria, in forno caldo, per un'ora e 10' a 180°.

Trattenendosi dall’assaggiare (e finire immediatamente) il flan, farlo raffreddare e sformare in una pirofila. 
Guarnire con abbondante burro fuso, ricotta stagionata grattugiata e semi di zucca.
Passare per qualche minuto in forno, in modalità grill, tagliare il flan a fette spesse 2 cm circa e servire. Buon paradiso!

martedì 5 aprile 2011

CECI



Era nella mia To Do List già da un po', ma non c'era stato il tempo. 
Così eccomi qui, da oggi, 5 aprile, a parlare di cucina. Passione che va di pari passo con l'architettura, anche se da meno tempo. Quale giorno migliore per iniziare se non una settimana esatta dopo la laurea?
E allora partiamo. Tre ricette, un ingrediente comune che le lega insieme: i ceci. 
Una ricetta invernale, una estiva e un passepartout, l'hummus, che va bene sempre.


Umido di carote, sedano e ceci con coriandolo e curcuma

Ingredienti per 6 persone
350 g di carote
250 g di sedano
250 g di ceci lessati
70 g di latte
1/2 spicchio d’aglio
Un cucchiaino di coriandolo
Un cucchiaino di curcuma
Burro
Prezzemolo
sale e pepe

In una casseruola raccogliere il sedano, privato delle foglie e tagliato a pezzetti. 
Unire una noce di burro e l’aglio. Portare su fiamma media, salare, pepare e rosolare per 3 minuti.
Aggiungere il coriandolo e la curcuma, il latte e le carote mondate e tagliate a rondelle. Continuare a cuocere su fiamma media e dopo un minuto aggiungere i ceci e 150 g di acqua.
Coperchiare e proseguire la cottura per altri 15 minuti. 
Completare con un cucchiaio di prezzemolo tritato e mescolare delicatamente. 
Dopo 5 minuti spegnere il fuoco e servire.


Hummus

400 g di ceci lessati
Il succo di un limone
2 spicchi d’aglio tritati finemente
80 ml di olio extravergine d’oliva
Sale
Peperoncino in polvere

Versare nel bicchiere del frullatore a immersione l’aglio, l’olio, il succo di limone, il peperoncino (circa 2 cucchiaini), due pizzichi di sale e un po’ d’acqua (20 - 30 ml). 
Unire circa 1/3 dei ceci e iniziare a frullare, girando spesso il frullatore e alzandolo e abbassandolo nel bicchiere: non devono rimanere pezzetti di ceci e bisogna ottenere una crema. 
Aggiungere un po’ alla volta i ceci rimanenti e frullare bene, per qualche minuto. 
Tappare il bicchiere del frullatore e riporlo in frigo per qualche ora. 
Al momento di servire, spalmare l’hummus su crostini di pane caldo.


Insalata di ceci alla greca

Ingredienti per 6 persone
800 g di ceci lessati
2 pomodori San Marzano tagliati a dadini
1 peperone verde tagliato a striscioline sottili
1 peperone giallo tagliato a striscioline sottili
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
2 cucchiai di aceto di mele
125 g di yogurt greco
½ spicchio d’aglio tritato finemente
1 cucchiaino di zucchero
Sale e pepe

In una terrina sufficientemente grande, versare i ceci, i pomodori e i peperoni. 
In una ciotola a parte, emulsionare l’olio con l’aceto, lo yogurt, l’aglio, lo zucchero il sale e il pepe. 
Versare la salsa sull’insalata di ceci e mescolare delicatamente. 
Far riposare in frigo per almeno due ore e servire.


Trucchetto 1: se si utilizzano i ceci secchi, metterli a bagno in una terrina d'acqua per almeno 6 ore e poi cuocerli in pentola a pressione per 20 minuti (in pentola normale ci metteranno il doppio).
Trucchetto 2 (la svolta): alla Coop e in molti supermercati, vendono i ceci già cotti, in comodissime confezioni di Tetra Pak... averne una in dispensa è sempre una buona cosa!